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venerdì 23 novembre 2007

mastella clemente

La Rai accoglie la richiesta di sospensione del film sulla 17enne assassinata da Cosa Nostra
per "non turbare la serenità dei giudici" del processo d'appello ai killer, il 13 dicembre
Mastella fa slittare fiction su Campagna
Fiorello: "Questo Paese insabbia la verità"
L'attore: "Così la uccidono due volte. Offriamo ulteriori garanzie a questi assassini"
Il fratello della vittima: "Gli esecutori furono arrestati e, nonostante il processo, liberati"

Mastella fa slittare fiction su Campagna
Fiorello: "Questo Paese insabbia la verità"

ROMA - Clemente Mastella chiede, e ottiene, la sospensione di una fiction Rai: non andrà in onda come previsto martedì 27 novembre, in prima serata su RaiUno, La vita rubata, il film diretto da Graziano Diana che racconta la storia di Graziella Campagna, uccisa da Cosa Nostra a diciassette anni perché testimone oculare di un delitto di mafia. Il motivo: l'udienza d'appello, prevista per il prossimo 13 dicembre, dei killer condannati in primo grado per l'omicidio della giovane il 12 dicembre del 1985. La direzione generale della Rai ha accolto la richiesta del presidente della Corte d'Appello di Messina che, attraverso il ministro di Giustizia, ha segnalato come la messa in onda della fiction avrebbe potuto turbare la serenità dei giudici.

"Così la povera Graziella viene uccisa due volte". Questo il commento, dispiaciuto, di Beppe Fiorello, che nel film interpreta Piero, fratello della vittima e carabiniere. "Mi piace raccontare storie che nessuno conosce e che invece meritano di essere raccontate - osserva l'attore - qui c'è una ragazza morta barbaramente per aver incrociato sulla propria strada Cosa Nostra e c'è un fratello, Pietro, che ha dedicato la vita a ridare dignità alla propria famiglia".

Il film, spiega Beppe Fiorello, "poteva essere un modo per aiutare i Campagna. Invece, e parlo da cittadino non da attore, offriamo ulteriori garanzie a questi assassini che da oltre vent'anni la scampano. Dispiace constatare che preferiamo atteggiamenti garantisti a vantaggio di chi queste garanzie non le deve avere avendo calpestato una vita così giovane. Siamo in un Paese in cui la verità è calpestata, insabbiata, incerottata. Mi auguro che la situazione si sblocchi: il pubblico deve conoscere questa storia".

Graziella Campagna, interpretata dalla ventenne Larissa Volpentesta (nelle sale in questi giorni con I Vicerè di Roberto Faenza) fu assassinata per essere stata involontaria testimone di un delitto di mafia. La ragazza, che lavorava in una lavanderia di Saponara, piccolo centro in provincia di Messina, ritrovò per caso in una camicia un documento compromettente che portò Cosa Nostra alla decisione di eliminarla e di occultarne il cadavere. Era il 12 dicembre 1985. Principale accusato (e condannato all'ergastolo in primo grado) Gerlando Alberti junior, nipote dell'omonimo boss palermitano.

"Graziella aveva appena 17 anni e lavorava per portare soldi alla famiglia. Non aveva grilli per la testa - ha detto il fratello Pietro Campagna, intervenendo qualche giorno fa a un convegno sulla legalità - non sognava di diventare un ingegnere o un avvocato, il suo unico sogno era guadagnare qualche lira per comprare il corredo. Venne trovata, tre giorni dopo la sua morte, tra montagne orribili e desolate, sfigurata da cinque colpi di lupara. Gli esecutori furono arrestati ma, nonostante il processo, vennero liberati. Il mio avvocato ha lavorato gratuitamente e alla sentenza ha pianto. In questi casi tutti dovrebbero seguire il suo esempio".

lunedì 19 novembre 2007

Governo in busta paga
di Gabriele Mastellarini
Due milioni di euro al mese. Tanto costano le retribuzioni dell'esecutivo. E molti sommano all'indennità anche lo stipendio o la pensione da parlamentare

TABELLA: LA CARICA DEI 101
Due milioni di euro al mese. Tra stipendi, pensioni, rimborsi, aumenti, assegni integrativi e via enumerando, il costo delle retribuzioni della compagine governativa, 101 tra ministri viceministri e sottosegretari, arriva appunto a quasi due milioni mensili. A tutti loro 'L'espresso' ha fatto i conti in tasca e gli emolumenti lordi complessivi di ciascuno sono riportati nella tabella qui sotto (nel nostro sito una versione più dettagliata con le singole voci della retribuzione).

Romano vola Sul gradino più alto c'è il presidente del Consiglio. A Prodi spettano 26.847,43 euro al mese così composti: 11.703,64 per lo stipendio da deputato, fino a 10.041,37 euro di diarie e rimborsi parlamentari esentasse, altri 4.208,43 di compenso per l'incarico di premier più un assegno integrativo di governo pari a 839,99 euro. Con la Finanziaria 2007 Prodi ha visto diminuire le sue entrate: le nuove regole dispongono infatti un taglio del 30 per cento dei compensi dei membri dell'esecutivo, con l'eccezioni dei tecnici, quelli cioè che non sono anche deputati o senatori. Una 'manovra' che ha portato un risparmio di appena 44.222 euro mensili e che ha appunto lasciato inalterati i compensi dei quattro ministri (Tommaso Padoa-Schioppa, Alessandro Bianchi, Paolo Ferrero, Luigi Nicolais) e dei 46 sottosegretari non parlamentari: a loro spetta una indennità di governo pari rispettivamente a 4.859 euro e 4.285 euro oltre allo stipendio-base di 11.269,21, lo stesso dei parlamentari, esclusi oneri previdenziali, rimborsi e diarie.

Onorevoli governanti "I ministri non parlamentari sono frequenti, anzi sono addirittura la regola in molti Paesi, ma sono l'eccezione in Italia", disse Tommaso Padoa-Schioppa, fresco di nomina all'Economia. Aveva ragione. Ma il nodo dell'incompatibilità tra mandato parlamentare e incarichi di governo resta ancora irrisolto per molti. Oltre a Prodi ci sono altri 21 ministri e dieci sottosegretari con scranno a Montecitorio o a Palazzo Madama. L'unico a dimettersi è stato Ferrero che così guadagna 16.128 euro al mese, quasi 9 mila in meno degli altri ministri-deputati. Anche Livia Turco ha presentato le dimissioni da senatrice nel luglio 2006, insieme ad altri sette sottosegretari designati. Ma dopo 16 mesi il Senato non ha ancora accolto l'addio del ministro della Salute e dei sottosegretari Magnolfi (Innovazione) e Danieli (Esteri), mentre Paolo Giaretta ha preferito rinunciare all'incarico di governo (e a 3 mila euro): "Ho deciso di dimettermi dal ministero delle Attività produttive in ottemperanza all'incompatibilità decisa dall'Ulivo tra l'incarico di governo e quello di Parlamentare".


Pensionati alla meta Sono state invece accolte dall'aula del Senato le dimissioni dei sottosegretari Alberto Maritati (Giustizia), Alfonso Gianni (Sviluppo economico) e Roberto Pinza (viceministro Economia). Pur rinunciando alle diarie esentasse (7.526,90 euro) e allo stipendio del Senato (12.005,95 euro) hanno recuperato la pensione parlamentare, che sarebbe stata sospesa se fossero rimasti in carica. Pinza ci ha guadagnato, e parecchio. Sommando la pensione di 9.387 euro e 15.554 euro da sottosegretario arriva a 24.520 euro, più dei ministri-senatori Mastella e Turco ai quali vanno rispettivamente 22.934 e 22.675, perché Mastella risiede a Ceppaloni, mentre la Turco vive a Roma e ha diritto a un minor indennizzo per le spese di viaggio. Dimissioni accolte, seppur in ritardo, anche per i senatori Vernetti e Bubbico e per i deputati Maria Letizia De Torre, Milos Budin e Giorgio Calò. Coerenti anche quelli di Rifondazione comunista: oltre al ministro Ferrero sono fuori Patrizia Sentinelli (Camera) e Alfonso Gianni (Senato) che ha riavuto la pensione di 6.590 euro. I sottosegretari-pensionati sono in tutto 19 e continueranno anche l'anno prossimo a incassare l'indennità ministeriale e il vitalizio mensile, nonostante il 23 luglio scorso gli Uffici di presidenza di Camera e Senato abbiano deciso di sospendere, dal primo gennaio prossimo, il cumulo tra pensione e indennità di governo. Ma la delibera, come si legge sul sito della Camera, si riferisce a chi "assuma" l'incarico "successivamente al primo gennaio 2008", quindi non riguarda gli attuali membri dell'esecutivo.
(19 novembre 2007)

venerdì 9 novembre 2007

SENZA PAROLE

















Mastella, voto no a taglio ministri
Da Santoro demagogia, guadagna un miliardo e mezzo
(ANSA) - ROMA, 9 NOV - Il ministro della Giustizia Mastella ha annunciato che votera' contro l'articolo della finanziaria che propone il taglio dei ministri. 'E' assurdo - ha detto - che la legge finanziaria esamini i problemi che attengono alla struttura del governo'.

CHE SCHIFO!

La pensione degli italiani si allontana. Ogni anno l’asticella viene posta più in alto. Sempre più in alto. E chi alza l’asticella sono i nostri cari dipendenti. La ragione è che non ci sono più i soldi. L’esempio, si sa, fa miracoli. E i parlamentari non si sono tirati indietro. Tutti per uno e uno per tutti. Per loro i soldi ci sono sempre.
Dopo due anni e mezzo dall’inizio della legislatura hanno il diritto alla pensione.
DUEANNIEMEZZOOOOOOOOOOOOO!!!!!
A noi lo scalone e a loro lo scivolo.
Questo Parlamento non ha alcuna autorità per varare una legge sulle pensioni. Nessuna. Qualunque legge è nulla. Lo è per la par condicio. Due anni e mezzo per tutti o non se ne parla.
Prodi e lo Sciupà potranno modificare le pensioni solo dopo essersi puliti la bocca dai privilegi dei parlamentari, anche di quelli già acquisiti.
Da oggi è attivo sul blog il “Final Countdown”, il conto alla rovescia. Un servizio per i cittadini e per i nostri dipendenti. Ogni giorno ci informerà su quanti giorni, ore, minuti, secondi mancano al raggiungimento della loro pensione. A partire dal 28 aprile 2006, inizio della legislatura. I parlamentari potranno così regolarsi per evitare crisi di governo anticipate e i cittadini inizieranno la giornata in letizia sapendo che qualcuno almeno la pensione la prende.
Forse qualche parlamentare si vergogna. Lo spero. Chi vuole dissociarsi e rinunciare a questo schifoso privilegio può farlo inviando una mail a: parlamentare-dissociato. Il suo nome sarà pubblicato sul blog.