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sabato 16 gennaio 2010

La legislazione italiana sul wardriving

La legislazione italiana sul wardriving
Wardriving  c’è gente che, per divertimento o mestiere, fa del sano wardriving, ovvero quell’attività di cercare connessioni wi-fi andando in giro in auto) se a piedi si definisce warwalking).
Il wardriving, di per sé, non è un reato ma, tuttavia, può diventarlo quando, ad esempio, si rimuovono forzatamente le misure di sicurezza (quindi se si trova un accesso libero e la si usa solo per navigare, in teoria, non si dovrebbe commettere reato). Infatti, anche se la legislazione italiana a riguardo è alquanto nebulosa, sembra che non sia reato il wardriving che non incontri misure a protezione della rete, poiché in tal caso siamo di fronte alla tacita rinuncia del titolare al diritto di escludere dall’accesso i terzi.
Si commette reato, però, anche in presenza di connessioni wi-fi senza protezione, se si arreca un danno all’utente cui ci si connette, rallentando o impedendo il suo accesso al web (tecnicamente piggybacking), oppure quando si accede a dati sensibili, o ancora, quando si scaricano file protetti da copyright o si commettono altri generi di reati più gravi. In quest’ultimo caso, configurandosi il reato di sostituzione di persona (poiché si naviga con una connessione con un IP assegnato a qualcun altro), le ricerche e le indagini porterebbero infatti al titolare del contratto, e sarebbe assai difficile smascherare il vero colpevole.
Quindi, installare una rete wireless senza protezione non è consigliabile, perché se da una parte si è responsabili civilmente e penalmente per tutto ciò che fanno gli utenti collegati alla propria rete, dall’altra si rompe un obbligo contrattuale col fornitore che vincola a non cedere a terzi la connessione internet (trasformandoci in una sorta di provider privato che fornisce accesso pubblico al web, illegale senza una esplicita autorizzazione).
In linea generale, quindi, si può dire che, non sempre il wardriving costituisce reato, ma solo al verificarsi di specifici presupposti, tale da rendere non sostenibile la perseguibilità a priori di questa attività.

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